Anche per la dichiarazione dei redditi 2025 (anno d’imposta 2024), è possibile portare in detrazione il 19% delle spese sostenute per la frequenza di corsi universitari e post-universitari.
Quali spese universitarie possono essere detratte?
La detrazione spetta per le spese sostenute nel 2024 per la frequenza di:
• Corsi di laurea (triennale, magistrale, a ciclo unico);
• Corsi universitari di specializzazione;
• Corsi di perfezionamento universitario;
• Master universitari (anche se organizzati da consorzi con partecipazione statale non maggioritaria);
• Dottorati di ricerca;
• Istituti Tecnici Superiori (ITS);
• Conservatori di musica e istituti musicali pareggiati, per i corsi istituiti secondo il DPR 212/2005;
• Corsi AFAM: Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (accademie di belle arti, danza, musica, ecc.).
Non sono invece detraibili le spese per corsi musicali svolti presso istituti privati non riconosciuti.
Nello specifico possono essere inserite nella dichiarazione dei redditi, se effettuate tramite pagamento tracciabile (MAV, bollettino postale, carta di credito/debito, bonifico o assegno) le seguenti spese:
• Tasse di immatricolazione e iscrizione, anche per studenti fuori corso;
• Diritti di ricognizione, per riattivare la carriera dopo interruzioni;
• Soprattasse per esami di profitto o laurea;
• Test di ammissione, se obbligatori per l’accesso al corso;
• Frequenza dei TFA (Tirocini Formativi Attivi);
• Corsi universitari/accademici per l’acquisizione di CFU/CFA richiesti per accedere al ruolo docente (ai sensi del D.Lgs. 59/2017).
Chi può detrarre le spese Universitarie?
• Lo studente, se ha reddito proprio;
• Un familiare, se lo studente è fiscalmente a carico (nel caso lo studente abbia un reddito inferiore a 2.840€ annui o a 4.000€ annui se è minore di 24 anni).
Posso detrarre la retta dell’Università privata?
Per le università non statali (comprese quelle estere e telematiche) la detrazione spetta nei limiti previsti per gli stessi corsi svolti presso le università statali.
La spesa viene quindi riparametrata in base a:
• area disciplinare del corso (sanitaria, scientifico-tecnologica, umanistico-sociale);
• zona geografica (Nord, Centro, Sud e Isole).
Esempio: un corso di area sanitaria nel Nord Italia potrebbe avere un tetto massimo di circa 3.900 euro. L’elenco aggiornato dei limiti è disponibile nella circolare annuale dell’Agenzia delle Entrate.
Posso detrarre le spese dell’università telematiche o di corsi all’estero e religiosi?
Anche le spese sostenute per corsi all’estero, religiosi o presso università telematiche possono essere portati in detrazione, ma con dei limiti di spesa:
• università telematiche: si applicano le regole valide per gli atenei non statali. La zona geografica è determinata dalla regione in cui ha sede legale l’università;
• corsi universitari o post laurea svolti all’estero: la detrazione spetta in riferimento all’importo massimo previsto in Italia per la stessa area disciplinare e nella zona geografica in cui lo studente ha il proprio domicilio fiscale;
• corsi di laurea in teologia presso le università pontificie o quelli in scienze religiose: la detrazione si calcola come per i corsi dell’area “umanistico-sociale”. In questo caso, la zona geografica di riferimento è quella in cui si svolge il corso, anche se si tratta dello Stato della Città del Vaticano.